Ci sono due citazioni che trasmettono un messaggio molto chiaro, entrambe di due filosofi greci, entrambe sull'ascolto.
La prima è attribuita a Zenone di Cizio e recita "La ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno". La seconda è di Epitteto: "Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà."
Sono due esempi chiari di quanto l'ascolto sia sempre stato considerato un modo utile di approcciarsi ai vari aspetti della vita. E lo è ancora di più se si tratta di marketing.
La costruzione del tuo brand e quindi della tua identità parte proprio dall'ascolto degli altri e del mercato ma anche di te stesso, delle tue propensioni da cui poi nascono gli obiettivi.
Ascoltare vuol dire porre il focus su chi sono i clienti potenziali, individuare i loro bisogni e trovare un modo per soddisfarli considerando le loro esigenze. Così sarai in grado di costruire la tua proposta di valore migliore.
L'ascolto è essenziale anche nella gestione dei propri canali digitali, sempre più volti allo scopo di creare relazioni tra persone, ma anche tra business e consumatore e tra business. E il miglior approccio per mettersi in ascolto è quello di analizzare i dati che ogni giorno vengono prodotti dai canali digitali.
Ascoltare vuole dire impegnarsi, investire energie e tempo. La conseguenza naturale è quella di ridurre al minimo due rischi, quello dell'autoreferenzialità (ne parla Chiara in questo articolo) e quello di interrompere i tuoi interlocutori.
Sì interrompere. Sparare nel mucchio sperando di intercettare l'attenzione di qualcuno è dispendioso, avvilente e inutile.
Il marketing deve incontrare il pubblico target, deve saper interpretare i bisogni espressi, e deve saper rispondere ai quei bisogni.
L'ascolto servirà proprio ad evitare il mucchio, privilengiando chi è propenso ad ascoltare la tua proposta di valore, perchè è stato ascoltato a sua volta.